giovedì 18 giugno 2015

DRAGHI PRINCIPESSE CAVALIERI E POSTINI

Una fiaba: quattro varianti



C'era una volta in un piccolo regno una festa, nel palazzo reale, era il compleanno della principessa Caterina.
Lei era alta e magra, con i capelli biondi e gli occhi color ambra.
La principessa era sempre gentile e affettuosa con tutti; ed eccola là, si erano aperte le porte del castello e lei cominciava a sfilare accolta dal clamore della gente e dai fiori.
In mezzo alla folla c'era un uomo: il postino Giacomo che considerava la principessa bellissima, da molto tempo era innamorato di lei.

 
Ai confini del regno qualcun altro stava ammirando la principessa Caterina; era un drago che tutti temevano, così quando la principessa stava per abbracciare suo padre, si ritrovò tra le zampe viscide di un drago; in pochi minuti fu portata nel bel mezzo della foresta, in una caverna sporca e piena di ragnatele.
Quando riprese i sensi, aprì gli occhi, vide che era in una coperta di pelle; provò a liberarsi ma invano, il drago continuava a guardarla attentamente.
Tutti a palazzo erano disperati così il re chiese a tre cavalieri di andarla a salvare; la caverna del drago fu trovata subito, a causa dell'odore di marcio che emanava il drago.

I tre cavalieri attaccarono il drago: il primo provò a trafiggerlo con una lancia ma fu carbonizzato, il secondo provò ad attaccarlo da dietro ma fu schiacciato, il terzo provò a liberare la principessa ma fu divorato. 



La paura al castello aumentò: il re era disperato.
Anche il postino era molto preoccupato e così gli venne un'idea! 
Recapitare un pacco bomba al drago!
Andò nella caverna e senza farsi vedere buttò il pacco per terra, il drago incuriosito lo aprì, fu travolto da una bomba ed esplose; intanto il postino Giacomo prese la principessa e la portò a palazzo.
Il re lo ringraziò e gli chiese di esprimere un desiderio, lui disse:- Vorrei sposare la principessa Caterina!
E così i due si sposarono, vissero felici e contenti e formarono una famiglia numerosa.


C'era una volta un drago che era il drago personale di Rapisc, il re della foresta oscura.
Rapisc teneva nascosto il drago ai margini della foresta vicina al regno di re Giustiziario II. 
Il suo regno era felice e sereno.
Un giorno Rapisc andò a prendere il suo drago per lucidargli le sue bellissime ali verdi e squamose, cosa che faceva ogni due mesi, ma, non ricordandosi la strada per ritornare a casa, vagò con il suo drago sopra la foresta. 

Vide il regno felice di re Giustiziario e, infastidito da tanta felicità, decise di rapire la principessa che viveva in una torre molto molto alta.
Allora disse al drago di rapirla, esso volò su per la torre e forzò la serratura della finestra con le sue enormi zampe, fece salire la principessa sulla sua groppa e la portò al palazzo di Rapisc.



Il giorno dopo nessuno si era ancora accorto che mancava la principessa, ma quando la serva Rosina andò a svegliarla, si meravigliò e suonò un corno che serviva per avvertire il re che la principessa non c'era più. 
Allora il re mandò alla ricerca della principessa i tre cavalieri più valorosi del regno: Tinoldo, Ginoldo, Rinoldo, tre fratelli che da sempre proteggevano il regno.
I tre fratelli cercarono in tutta la foresta la principessa perduta e alla fine arrivarono al palazzo di Rapisc.
Videro che una torre era protetta dal drago e intuirono che la principessa fosse nascosta lì.
Il primo, Tinoldo, voleva a tutti i costi salvare la bella principessa dagli occhi dorati così, si buttò sul drago, ma fu carbonizzato; il secondo, Ginoldo, voleva cogliere di sorpresa il drago da sotto ma fu schiacciato.
Il terzo, Rinaldo, voleva accecarlo così salì sopra la sua testa ma cadde e fu divorato.
Intanto da lontano il postino Ronaldo stava osservando la scena così decise di uccidere il drago con un pacco-bomba che in realtà doveva consegnare ai militari.
Il postino prese il pacco e lo lanciò contro il drago che prima emise un suono strano, poi esplose in mille pezzi.
Tutto contento Ronaldo salì sulla torre per liberare la principessa.
Si innamorarono subito e decisero di sposarsi. 
E vissero felici e contenti con una famiglia numerosa. 


C'era una volta, nell'antica Danimarca, un drago che abitava in un bosco sulla costa, che era molto alta.
All'interno del bosco, c'era un castello abbandonato.
Il drago scoprì un passaggio segreto che portava alla stanza della principessa di Danimarca, così una notte la rapì per chiedere un riscatto, poiché egli era molto avido.
Ma il re negò e mandò tre cavalieri.
Purtroppo il drago carbonizzò il primo, schiacciò il secondo e divorò il terzo.
A questo punto, il re era disperato quando il postino ebbe un'idea.
Mandò un pacco-bomba al drago che quindi esplose.
Il postino e la principessa si sposarono e fecero una grande famiglia.



C'era una volta una valle piena di fiori, dove si trovava il castello del re.
Era un castello rosso con i tetti rossi e le stanze rosse e, non a caso, si trovava nel Regno Rosso.
Nel castello si trovava una principessa bellissima, con i capelli che sembravano fiumi d'oro, il viso pallido sul quale solo i neri occhietti e le rosse guance rompevano la bianca armonia.


Un brutto giorno il drago di neve arrivò al rosso castello, ci si arrampicò e, staccato un rosso tetto, prese la principessa che stava riposando nel suo rosso letto e, avvolta nel suo rosso pigiama, fu portata via dalla sua rossa dimora.
Il re, dolorante per aver perso la figlia, inviò a uccidere il drago tre cavalieri: il primo aveva la corazza d'oro ed era alto, il secondo, con la corazza d'argento, era medio e il terzo, con la corazza di bronzo, era il più basso di tutti.

Arrivarono davanti alla tana del drago: una grotta di ghiaccio.
Il primo cavaliere fu ghiacciato, il secondo scivolò sul ghiaccio e fu pestato e il terzo fu divorato in un sol boccone.
Il re, disperato, si mise a piangere.
I suoi pianti non furono vani, infatti, arrivò a corte un postino che, conosciuta la situazione, suggerì al re di mandare un pacco bomba al drago.
Detto fatto, il drago esplose.
Il postino e la principessa si sposarono ed ebbero una famiglia numerosa e vissero per sempre e contenti nel rosso castello.
Morale: mai fidarsi dei postini!






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